Il Presidente Romano Prodi è nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1939. Nel 1969 ha sposato Flavia Franzoni e ha due figli, Giorgio e Antonio.
giovedì 29 dicembre 2011
sabato 24 dicembre 2011
giovedì 22 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
giovedì 15 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
venerdì 9 dicembre 2011
martedì 6 dicembre 2011
domenica 4 dicembre 2011
venerdì 2 dicembre 2011
giovedì 1 dicembre 2011
domenica 27 novembre 2011
La Germania è stata poco decisiva, è giunto il momento delle grandi decisioni Europee
Purtroppo, dice il prof. Romano Prodi: "Questi molteplici vertici Europei sono sempre terminati con immediate dichiarazioni ma non hanno mai concluso nulla che abbia contribuito in modo concreto alla soluzione della crisi europea.
E’ venuto ora il tempo che la Germania prenda una decisione su come vorrà utilizzare l’immenso potere raggiunto.Lo può usare a servizio di se stessa e dell’Unione Europea o contro se stessa e contro l’Europa, sia essa a una o più velocità. In ogni caso non potrà più rinviare le decisioni ad un prossimo vertice. Il tempo è ormai scaduto."
venerdì 25 novembre 2011
Se ci inseriamo nei movimenti che sono cominciati, ci sara' posto anche per noi
L'ex premier Italiano afferma anche che ci aspetteranno momenti difficili e che ne usciremo soltanto se saremo in grado di inserirci attivamente in questi flussi di cambiamento economici, sociali e politici che il mondo stà vivendo.
giovedì 24 novembre 2011
martedì 22 novembre 2011
L'Europa delle ineguaglianze
La crisi non ha insegnato nulla: da Obama in giù, dopo sei sette mesi non si è cambiato nulla, le scommesse finanziarie hanno lo stesso ruolo. E di fronte a queste i vertici europei sono divisi. Anzi, preceduti da vertici franco tedeschi che registrano divisioni. L’Europa è paralizzata e in ritardo rispetto alla crisi"
lunedì 21 novembre 2011
sabato 19 novembre 2011
Romano Prodi: "Ora lasciamo lavorare Monti."
Articolo su Il Corriere della Sera del 18 novembre 2011 MILANO – Mario Monti, il suo programma e la lista di ministri soddisfano Romano Prodi. «Abbiamo un bel governo. Se prendiamo tutti i ministri, li scomponiamo uno a uno e li mettiamo assieme abbiamo una bella squadra di bravi individui – ha detto l’ex premier – Poi – ha aggiunto – naturalmente bisogna che possano fare, che prendano subito una spinta iniziale di modo da dare al Paese il senso che questo governo può fare cose che prima non erano possibili»
. Ai microfoni di Class CNBC-Sky 507, il Professore promuove l’altro professore, anche se lo spread resta alto. «Nessuno ha mai pensato – spiega Prodi – che l’andamento dello spread fosse solo causa di atteggiamenti specifici del governo Berlusconi, però certamente certe dichiarazioni, rinvii e divisioni hanno innescato una miccia. Per spegnere l’incendio ci vorrà tempo. Nessuno ha pensato che la questione si potesse risolvere in un giorno». Prodi torna poi a criticare lo stile «Merkozy» nel confronto in Ue.
«Io vedo questi vertici sbagliati per una doppia ragione. Fanno il prevertice loro due e gli altri 25 Ue o 15 + 2 della zona euro sono arrabbiati. E poi questi vertici non hanno finora risolto niente. È l’analisi più oggettiva dal punto di vista internazionale: sono sempre arrivati tardi e con misure insufficienti». L’ex presidente della Commissione Ue osserva, intervistato da Class Cnbc, che «quando in politica si arriva con decisioni tardive e insufficienti è sbagliato, anche se si cammina nella direzione giusta. Questi vertici in fondo sono una finzione perchè non c’è equilibrio fra Francia e Germania.
La Germania è più forte e non ha più bisogno della certificazione politica della Francia, perché parla più la Merkel con gli Usa di quanto non faccia Sarkozy. L’errore francese è stato di non aver capito che si può riequilibrare l’Europa se la Francia si prende cura e coinvolge anche gli altri paesi. Invece – conclude – una Francia solitiaria, che pensa che le cose stiano come un tempo, cioè che ci sia un motore con due pistoni uguali, mentre oggi uno è più grande e l’altro più piccolo, crea tutte le disfunzioni che abbiamo adesso e non risolve i problemi».
lunedì 22 agosto 2011
Nuovo attacco a Prodi, questa volta sulla passata gestione delle pensioni
Questa volta la dichiarazione arriva dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi durante una conferenza stampa al meeting di Rimini:
"La decisione del governo Prodi di abbassare l'età pensionabile è stata "disastrosa e antistorica".
Non siamo nuovi a questo tipo di campagne contro il precedente governo Prodi da parte degli esponenti politici del PDL.
giovedì 18 agosto 2011
Intervista di Romano Prodi a Radio 24
L’Italia è indifesa contro la speculazione. Con questo governo tutto il Paese rischia di saltare
Prodi: “È la ricevuta fiscale il baluardo della democrazia”
Articolo di Marco Marozzi su La Repubblica del 17 Agosto 2011
«Come si fa a salvare un Paese se fra chi lo governa c´è chi dice che obbligare alla contabilità è comunista?». Romano Prodi ha appena compiuto 72 anni e tira di nuovo fuori gli artigli.
Boccia la manovra senza mezzi termini e avverte che con questo governo tutto il paese rischia di saltare. I mercati colpiscono «i deboli» e noi siamo indifesi come «la Croce Rossa».
L´unica nota positiva è la «supplenza» di Napolitano. Del resto lo sguardo dell´ex premier è rivolto proprio al Quirinale e alla scadenza del 2013. «Continuare a non creare davvero un sistema elettronico per controllare i pagamenti e i guadagni – avverte – , vuol dire portare alla rovina l´Italia. La democrazia si difende con la ricevuta fiscale.
Noi abbiamo di fronte due grandi problemi che ci fanno diversi dalle altre nazioni europee: la criminalità e l´evasione fiscale. Se non si pone un freno a queste due piaghe, se non si mettono in campo misure strutturali, non c´è scampo. E io questa linea nella manovra del governo non la vedo proprio. E se non cambiamo fra tre anni siamo allo stesso punto».
Il Professore non vede alcun progetto nell´esecutivo. «Quando ho visto che le cassette di sicurezza in Svizzera si stavano riempiendo, non ce ne era più una libera, ho capito tutto». «La ragione scatenante dell´attacco della speculazione all´Italia – dice da Novellara, campagna reggiana, fra la tribù di figli e nipoti con cui ha condiviso anche la vacanze al mare di Toscana – è stata la spaccatura nel governo, la lotta continua tra Berlusconi e i suoi.
Le divisioni nella maggioranza e fra i ministri continuano. I mercati sono sensibili alla politica debole, all´insicurezza dei governi. E la politica italiana è un caos enorme. Ognuno tira la manovra come gli torna utile. Per fortuna, abbiamo avuto una sostituzione di lusso con il presidente Napolitano.
La speculazione però si muove come gli Orazi e i Curiazi, vede chi è il più debole e lo infilza. L´Italia non aveva una politica economica, non si sapeva dove andasse. Difficile dire che le cose siano cambiate, siano avviate sulla via del risanamento. Lo spero, da italiano. Ma la democrazia si difende con una cultura di governo che non vedo». Il Professore scuote la testa. «Attaccare l´Italia è stato come sparare sulla Croce Rossa».
Prodi torna a colpire, la sua non è una nuova discesa in campo, è una lunga marcia che potrebbe concludersi nel 2013 al Quirinale. Non solo è importante quel che dice, ma chi incontra. Parla alle università, nelle università, nelle banche. Tiene rapporti internazionali, accademici, economici, istituzionali. Discorsi alti, con zampate terrene.
È stato ricevuto da Giorgio Napolitano un mese fa, alla radio del Sole 24 ore ha ricordato, ascoltato e riverito, che nel suo governo (quello che ama, 1996-98; il secondo 2006-2008 è stato un tormento) c´erano l´attuale presidente della Repubblica, il predecessore Carlo Azeglio Ciampi, il nume scomparso Nino Andreatta.
«Si lavorava insieme, in modo collettivo. Mi ricordo benissimo le lunghissime discussioni. C´era una squadra. Facevamo ore e ore di simulazioni con i funzionari». Tutto per contrapporlo al governo del Cavaliere, dove «ognuno ha la sua tesi e un´opinione diversa».