giovedì 29 dicembre 2011

giovedì 22 dicembre 2011

L’Italia si dovrà preparare a un anno col segno meno. Nessuna crescita senza un nuovo patto europeo http://ping.fm/LErn6
Gli indignados hanno ragione, oggi la redistribuzione del reddito è iniqua http://ping.fm/WLnGY

domenica 18 dicembre 2011

venerdì 16 dicembre 2011

martedì 13 dicembre 2011

Londra impedisce scientificamente passi avanti UE. Ha vinto la Germania, ora faccia da locomotiva http://ping.fm/Ligrx

domenica 11 dicembre 2011

Senza Londra l’Europa andrà più veloce, ma occorre fronte comune per uscire dalla recessione http://ping.fm/SJuSL

domenica 4 dicembre 2011

venerdì 2 dicembre 2011

Con Monti l’Italia ricostruirà il suo ruolo, ma occorre una riscossa etica, tutti insieme http://ping.fm/jRdtI

giovedì 1 dicembre 2011

La crisi greca si doveva risolvere in fretta, ora è una tragedia. Berlusconi ci ha danneggiato in Europa http://ping.fm/2wSaR

domenica 27 novembre 2011

La Germania è stata poco decisiva, è giunto il momento delle grandi decisioni Europee

Mario Monti stà recuperando terreno in ambito Europeo e ci stà ridando l’immagine di interlocutori credibili ma gli Spread Italiani e Spagnoli non sembrano invertire la rotta.

Purtroppo, dice il prof. Romano Prodi: "Questi molteplici vertici Europei sono sempre terminati con immediate dichiarazioni ma non hanno mai concluso nulla che abbia contribuito in modo concreto alla soluzione della crisi europea.

E’ venuto ora il tempo che la Germania prenda una decisione su come vorrà utilizzare l’immenso potere raggiunto.Lo può usare a servizio di se stessa e dell’Unione Europea o contro se stessa e contro l’Europa, sia essa a una o più velocità. In ogni caso non potrà più rinviare le decisioni ad un prossimo vertice. Il tempo è ormai scaduto."
Il prezzo del non decidere: come la Germania ci ha spinto nel tunnel http://ping.fm/6FAwo

venerdì 25 novembre 2011

Se ci inseriamo nei movimenti che sono cominciati, ci sara' posto anche per noi

"Se si nasce e si cresce in Italia si ha diritto ad essere Italiani" lo afferma il Prof. Romano Prodi dalla sede universitaria del Piemonte per parlare di ''Usa-Cina e Africa. Nuovi scenari politico-economici''.
L'ex premier Italiano afferma anche che ci aspetteranno momenti difficili e che ne usciremo soltanto se saremo in grado di inserirci attivamente in questi flussi di cambiamento economici, sociali e politici che il mondo stà vivendo.

giovedì 24 novembre 2011

martedì 22 novembre 2011

Monti ha l’autorevolezza necessaria per sbloccare la situazione e scardinare l’asse franco-tedesco http://ping.fm/Y3eDy

L'Europa delle ineguaglianze

“Dalla fine della Guerra mondiale agli anni ‘80 le differenze di reddito dimunivano; da lì in poi ci siamo staccati. O noi riprendiamo il cammino dei consumi della classe media e non concentriamo il reddito nel 10% dei più ricchi, o non creiamo quello stimolo che fa riprendere l’economia.
La crisi non ha insegnato nulla: da Obama in giù, dopo sei sette mesi non si è cambiato nulla, le scommesse finanziarie hanno lo stesso ruolo. E di fronte a queste i vertici europei sono divisi. Anzi, preceduti da vertici franco tedeschi che registrano divisioni. L’Europa è paralizzata e in ritardo rispetto alla crisi"
L’Europa è paralizzata e in ritardo rispetto alla crisi http://ping.fm/ZCHGN

sabato 19 novembre 2011

Romano Prodi: "Ora lasciamo lavorare Monti."

L’asse “Merkozy” e’ sbagliato e non ha risolto niente l’ex premier: «Merkozy? la Francia non ha capito che la Germania è più forte» «Bene Monti, ora lasciamolo lavorare» Prodi: «Bel governo, ma per lo spread ci vorrà tempo»

Articolo su Il Corriere della Sera del 18 novembre 2011 MILANO – Mario Monti, il suo programma e la lista di ministri soddisfano Romano Prodi. «Abbiamo un bel governo. Se prendiamo tutti i ministri, li scomponiamo uno a uno e li mettiamo assieme abbiamo una bella squadra di bravi individui – ha detto l’ex premier – Poi – ha aggiunto – naturalmente bisogna che possano fare, che prendano subito una spinta iniziale di modo da dare al Paese il senso che questo governo può fare cose che prima non erano possibili»

. Ai microfoni di Class CNBC-Sky 507, il Professore promuove l’altro professore, anche se lo spread resta alto. «Nessuno ha mai pensato – spiega Prodi – che l’andamento dello spread fosse solo causa di atteggiamenti specifici del governo Berlusconi, però certamente certe dichiarazioni, rinvii e divisioni hanno innescato una miccia. Per spegnere l’incendio ci vorrà tempo. Nessuno ha pensato che la questione si potesse risolvere in un giorno». Prodi torna poi a criticare lo stile «Merkozy» nel confronto in Ue.

«Io vedo questi vertici sbagliati per una doppia ragione. Fanno il prevertice loro due e gli altri 25 Ue o 15 + 2 della zona euro sono arrabbiati. E poi questi vertici non hanno finora risolto niente. È l’analisi più oggettiva dal punto di vista internazionale: sono sempre arrivati tardi e con misure insufficienti». L’ex presidente della Commissione Ue osserva, intervistato da Class Cnbc, che «quando in politica si arriva con decisioni tardive e insufficienti è sbagliato, anche se si cammina nella direzione giusta. Questi vertici in fondo sono una finzione perchè non c’è equilibrio fra Francia e Germania.

La Germania è più forte e non ha più bisogno della certificazione politica della Francia, perché parla più la Merkel con gli Usa di quanto non faccia Sarkozy. L’errore francese è stato di non aver capito che si può riequilibrare l’Europa se la Francia si prende cura e coinvolge anche gli altri paesi. Invece – conclude – una Francia solitiaria, che pensa che le cose stiano come un tempo, cioè che ci sia un motore con due pistoni uguali, mentre oggi uno è più grande e l’altro più piccolo, crea tutte le disfunzioni che abbiamo adesso e non risolve i problemi».

lunedì 22 agosto 2011

Nuovo attacco a Prodi, questa volta sulla passata gestione delle pensioni

Ennesimo attacco alle gestioni governative italiane passate da parte dell'attuale governo Berlusconi.

Questa volta
la dichiarazione arriva dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi durante una conferenza stampa al meeting di Rimini:

"La decisione del governo Prodi di abbassare l'età pensionabile è stata "disastrosa e antistorica".

Non siamo nuovi a questo tipo di campagne contro il precedente governo Prodi da parte degli esponenti politici del PDL.

giovedì 18 agosto 2011

Intervista di Romano Prodi a Radio 24

Il professore ai microfoni di Radio 24: ci vogliono agenzie europee, cinesi, indiane (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 16 ago - Le agenzie di rating? "La prima cosa e' la concorrenza. Si parla tanto di concorrenza e poi le tre agenzie di rating mondiale sono come Qui, Quo Qua, vanno d'accordo tra loro. Sono tutte americane. Si mettono d'accordo. Non c'e' niente da fare, istintivamente rispondono a stimoli politici". Cosi' a Radio 24, in un'intervista di Irene Zerbini, conduttrice di 24 Mattino Estate. "Ci vogliono agenzie europee, cinesi, indiane. Questa soluzione spiega l'ex presidente del Consiglio - avrebbe anche un altro vantaggio. Quello di rendere relativo il giudizio di queste agenzie che, comunque, ci vuole perche' ci vogliono dei controlli ma i loro giudizi andrebbero poi presi con una certa saggezza. Qualcuno propone agenzie in mano agli Stati. Io ho delle perplessita' perche' evidentemente perderebbero di credibilita'. Per definizione ognuno metterebbe l'asino dove vuole il padrone. Nel mercato di oggi e' meglio che ci siano tanti asini e tanti padroni". In merito al futuro della , Prodi dice a Radio 24: "Sono preoccupato ma non credo ci sara' la fine dell'euro. E' vero, siamo entrati nel periodo della paura: paura della Cina, degli emigranti. Quando si fece la campagna francese sull'idraulico polacco e non c'era un idraulico polacco in tutta la Francia, era chiaro gia' allora che eravamo entrati in un periodo diverso. Quando pero' si va nel concreto e si dice 'abbandoniamo l'euro', i primi ad avere paura ad abbandonarlo sono i tedeschi. In un mondo grande come quello di oggi essere soli non va bene neanche per la Germania. Sanno benissimo - continua il professore a Radio 24 - che solo con l'euro possono avere la forza economica che hanno oggi. Senza l'euro tutti gli altri paesi compresa l'Italia avrebbero svalutato e svaluterebbero la loro moneta. Quando io ho iniziato la carriera accademica, ci volevano 145 lire per un marco, quando siamo entrati nell'euro ce ne volevano 990, abbiamo svalutato del 600 per cento. I tedeschi sanno benissimo che in questo caos non potrebbero gestire una democrazia moderna. Arrivano con la demagogia fino al limite del burrone e dopo si fermano". L'aumento dei prezzi c'e' stato anche se non era alto come dice qualcuno. Ma la colpa non era di chi era a Bruxelles, come ero io in quel momento quando e' stato introdotto l'euro nella pratica quotidiana. La responsabilita' e' dei Governi nazionali. E in soli si e' verificato questo fenomeno: la Grecia e l'Italia". Quanto all'aumento dei prezzi innescato dall'euro, Prodi sottolinea che "c'erano due strumenti che Ciampi aveva elaborato: le commissioni provinciali di controllo che erano state istituite non sono state fatte lavorare; e il doppio prezzo in lire e in euro per sei mesi in modo che la gente si sarebbe potuta difendere da sola. Io non ho mai capito perche' questi due semplici provvedimenti, che Ciampi aveva raccomandato, non siano stati usati dal ". In merito ai costi della politica, Prodi sostiene che "bisogna dare un minimo di esempio e rappresentare quello che e' il dolore medio del paese. Il risparmio vero si fa solo nell'apparato della politica. Giorno per giorno questo apparato si e' ingrandito"

L’Italia è indifesa contro la speculazione. Con questo governo tutto il Paese rischia di saltare



Prodi: “È la ricevuta fiscale il baluardo della democrazia”

Articolo di Marco Marozzi su La Repubblica del 17 Agosto 2011

«Come si fa a salvare un Paese se fra chi lo governa c´è chi dice che obbligare alla contabilità è comunista?». Romano Prodi ha appena compiuto 72 anni e tira di nuovo fuori gli artigli.

Boccia la manovra senza mezzi termini e avverte che con questo governo tutto il paese rischia di saltare. I mercati colpiscono «i deboli» e noi siamo indifesi come «la Croce Rossa».

L´unica nota positiva è la «supplenza» di Napolitano. Del resto lo sguardo dell´ex premier è rivolto proprio al Quirinale e alla scadenza del 2013. «Continuare a non creare davvero un sistema elettronico per controllare i pagamenti e i guadagni – avverte – , vuol dire portare alla rovina l´Italia. La democrazia si difende con la ricevuta fiscale.

Noi abbiamo di fronte due grandi problemi che ci fanno diversi dalle altre nazioni europee: la criminalità e l´evasione fiscale. Se non si pone un freno a queste due piaghe, se non si mettono in campo misure strutturali, non c´è scampo. E io questa linea nella manovra del governo non la vedo proprio. E se non cambiamo fra tre anni siamo allo stesso punto».

Il Professore non vede alcun progetto nell´esecutivo. «Quando ho visto che le cassette di sicurezza in Svizzera si stavano riempiendo, non ce ne era più una libera, ho capito tutto». «La ragione scatenante dell´attacco della speculazione all´Italia – dice da Novellara, campagna reggiana, fra la tribù di figli e nipoti con cui ha condiviso anche la vacanze al mare di Toscana – è stata la spaccatura nel governo, la lotta continua tra Berlusconi e i suoi.

Le divisioni nella maggioranza e fra i ministri continuano. I mercati sono sensibili alla politica debole, all´insicurezza dei governi. E la politica italiana è un caos enorme. Ognuno tira la manovra come gli torna utile. Per fortuna, abbiamo avuto una sostituzione di lusso con il presidente Napolitano.

La speculazione però si muove come gli Orazi e i Curiazi, vede chi è il più debole e lo infilza. L´Italia non aveva una politica economica, non si sapeva dove andasse. Difficile dire che le cose siano cambiate, siano avviate sulla via del risanamento. Lo spero, da italiano. Ma la democrazia si difende con una cultura di governo che non vedo». Il Professore scuote la testa. «Attaccare l´Italia è stato come sparare sulla Croce Rossa».

Prodi torna a colpire, la sua non è una nuova discesa in campo, è una lunga marcia che potrebbe concludersi nel 2013 al Quirinale. Non solo è importante quel che dice, ma chi incontra. Parla alle università, nelle università, nelle banche. Tiene rapporti internazionali, accademici, economici, istituzionali. Discorsi alti, con zampate terrene.

È stato ricevuto da Giorgio Napolitano un mese fa, alla radio del Sole 24 ore ha ricordato, ascoltato e riverito, che nel suo governo (quello che ama, 1996-98; il secondo 2006-2008 è stato un tormento) c´erano l´attuale presidente della Repubblica, il predecessore Carlo Azeglio Ciampi, il nume scomparso Nino Andreatta.

«Si lavorava insieme, in modo collettivo. Mi ricordo benissimo le lunghissime discussioni. C´era una squadra. Facevamo ore e ore di simulazioni con i funzionari». Tutto per contrapporlo al governo del Cavaliere, dove «ognuno ha la sua tesi e un´opinione diversa».